mercoledì 4 giugno 2014

GRANDI OPERE, GRANDE CORRUZIONE!

Il sistema MOse
Cosa si nasconde dietro le grandi e faraoniche opere come la Orte-Mestre? Una grande corruzione. L'ennesima prova ci giunge dall'inchiesta sugli appalti del MOse (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, approdata alle alte vette della politica e del management che fa capo alle società che partecipano alla realizzazione dell'opera, una delle grandi opere indicate dalla Legge Obiettivo. L'inchiesta, con un centinaio di indagati, ha portato questa mattina a 35 arresti. Un terremoto che covava dal 2009 quando iniziarono le indagini della Guardia di Finanza con accertamenti fiscali nell'ambito delle società collegate al Consorzio Venezia Nuova (Cvn).
Lo scorso anno il primo arresto eccellente, quello di Piergiorgio Baita, amministratore delegato della Mantovani Costruzioni, colosso del settore che partecipava ai lavori del Mose e che oggi é presente anche tra le aziende per l'Expo di Milano. Pochi mesi dopo, finì in manette l'ingegner Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, considerato il padre del MOse.
Oggi sono stati fermati tra gli altri, personaggi di spicco, fra cui l'attuale assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia, Renato Chisso, di Favaro, il sindaco di Venezia del Pd, Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito per 400mila euro, il consigliere regionale Pd, Giampietro Marchese di Jesolo, il presidente del Coveco, una delle cooperative consorziate in Cvn, Franco Morbiolo di Cona, il generale in pensione Emilio Spaziante, casertano, fino al 4 settembre 2013 comandante in seconda della Guardia di Finanza; l'europarlamentare Lia Sartori di Forza Italia, ex presidente del Consiglio regionale (in carica ancora un mese, per cui servirà autorizzazione per i domiciliari) e il vicentino Roberto Meneguzzo, fondatore e amministratore della Palladio Finanziaria spa, la holding diventata punto di riferimento della finanza dell'intero Nordest e non solo, che ha recitato la parte del leone in partite finanziarie del calibro di Fonsai e Generali.
È il risultato finale di tre anni di indagini serrate che hanno portato a raccogliere prove schiaccianti e incontrovertibili di un vero e proprio sistema di corruzione e collusione fra politica, imprenditoria e finanza che gli stessi aderenti non hanno potuto fra altro che confermare, messi con le spalle al muro dalla mole di riscontri dettagliati raccolta.

COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO - 04 GIUGNO 2014
IL VENETO DELLE LOSCHE INTESE
Colpita al cuore la cricca del cemento e del malaffare in Veneto.
Dopo anni di lotte e di denunce da parte dei Comitati, finalmente si chiariscono le responsabilità non solo politiche di un sistema veneto marcio da capo a coda.
Ormai è chiara l’equazione Grandi Opere – Malaffare
Si fermino subito i grandi progetti che minacciano il Veneto, a cominciare dall’autostrada Orte-Mestre
Il Comitato Opzione Zero esprime grande soddisfazione per le notizie sulla nuova fase giudiziaria relativa al filone grandi opere: finalmente si è arrivati al livello politico della Regione Veneto.
Il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la costruzione del Mose, è stata la madre di tutte le nefandezze, la prima pietra su cui si è costruito un sistema malavitoso di intrecci politico-affaristici che ha portato poi alla proliferazione di appalti milionari per opere devastanti quanto inutili.
Il Veneto, è stato ed è il laboratorio nazionale dove si sono messi a punto a livello normativo e istituzionale i meccanismi più feroci di depredazione: dal project financing (che ricordiamo funziona anche sui servizi alla persona, come per gli ospedali) ai recenti project bond che stanno per essere introdotti a salvataggio del debito del Passante di Mestre.
Da anni i comitati territoriali del Veneto denunciano questo verminaio, le responsabilità del blocco politico che ha retto la Regione Veneto negli ultimi 20 anni e le complicità del principale partito di opposizione. Nomi e cognomi: Forza Italia, Lega Nord, Partito Democratico, Galan, Chisso e Zaia.
Si parli di Pedemontana, Passante, camionabile, Orte-Mestre, Veneto City, Ospedale dell’Angelole ditte aggiudicatrici degli appalti e i politici che hanno avvallato questi progetti sono sempre gli stessi.
Gli arresti di queste ore costituiscono indubbiamente un colpo al cuore della “cricca” veneta del cemento. Un risultato frutto anche dell’impegno di tanti cittadini e attivisti dei comitati che con coraggio hanno messo a nudo il sistema delle grandi opere e dei grandi appalti svelando gli intrecci tra politica e impresa, denunciando i trucchi finanziari, i conflitti di interesse, l’illegalità delle procedure.
Dal Veneto, alla Lombardia, a tutta l’Italia ormai è evidente e conclamata l’equazione tra Grandi Opere e Malaffare. Ma gli arresti non bastano. Ora è necessario fermare subito le grandi opere e i grandi progetti speculativi, a cominciare dall’Autostrada Orte- Mestre, da Veneto City, e dalla pericolosa operazione di indebitamento che riguarda il Passante di Mestre.
Opzione Zero, insieme agli altri comitati del Veneto, rilancia quindi una mobilitazione forte per chiedere una Moratoria sulle grandi opere e lo stop al Project Financing.

Il primo appuntamento è già fissato: tutti a Venezia il 7 giugno per la Manifestazione contro le grandi navi.

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