martedì 17 giugno 2014

L'ALBUM DEI LADRONI

Pubblichiamo un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano del 15 giugno 2014, di Valeria Pacelli, che riporta un interessante "album di famiglia", la famiglia dei collusi ed indagati nello scandalo Mose, che include imprenditori, amministratori delegati di varie società finanziare, ex ministri e deputati Pd e Fi e tanti altri. Dall'inchiesta sul Mose stanno inoltre venendo fuori nuove piste e nuovi filoni da seguire, come quello della Orte-Mestre o l'inchiesta che collega le vicende veneziane sul Mose a quelle milanesi su Expo. 

A sottolineare, per l'ennesima volta, l'intreccio fra politica, malaffare, finanza, un sistema che, con la menzogna dello sviluppo del paese, con l'inganno delle grandi opere, in realtà permette a pochi di arricchirsi, creare sempre più denaro sporco, a discapito dei cittadini e dell'ambiente. 
---------------------------------------

Mose, album di famiglia in riva alla Laguna

Il procuratore aggiunto, Carlo Nordio, ha sintetizzato così giorni fa l’inchiesta che sta facendo tremare Venezia: “I protagonisti coinvolti sono simili alla Tangentopoli di vent’anni fa di cui mi sono anche occupato, ma il sistema era molto più sofisticato”. Il sistema di cui parla è quello degli appalti al Mose, dietro il quale si nascondeva un meccanismo ben strutturato. L’indagine della Procura di Venezia si divide infatti in tre filoni: i lavori del Mose, i project financing e altri fatti specifici. Alla base di ognuno, la raccolta di fondi neri costituiti grazie alle false fatturazioni per opere pubbliche. Tradotto: con i soldi dei cittadini. Il meccanismo per distribuire a privati, partiti e aziende il denaro pubblico è noto: i soldi dello Stato arrivavano al concessionario unico, il Consorzio Venezia Nuova, centro del potere per trent’anni di Giovanni Mazzacurati. Dopo che le casse si riempivano, il consorzio spendeva e distribuiva a imprese azioniste che si arricchivano grazie ai margini dei lavori. Parte di quel denaro però arrivava anche nelle tasche di funzionari, politici, a tutti coloro che potevano favorire quel sistema che si è retto, secondo le accuse della procura di Venezia, per anni. Ed ecco i protagonisti di questa inchiesta, alcuni sono indagati, altri sono chiamati in causa dalle parole di chi ha vuotato il sacco.
PIERGIORGIO BAITA - Ex amministratore delegato Mantovani
“FONDI NERI AL PDL”
Uno dei principali testimoni di accusa, Baita per anni è stato ad di una delle aziende azioniste del Cvn. Ai pm ha rivelato quel sistema di mazzette e di favori che si nascondeva dietro il Mose.
 
LINO BRENTAN - ex amministratore delegato Padova-Venezia
“CASSIERE È UNO CHE INCASSA. LUI È MAZZIERE”
Ad pro tempore della società delle autostrade di Venezia e Padova Spa. Di lui Piergiorgio Baita dice: “Cassiere è uno che incassa, mentre così diventava addirittura mazziere”.

 MASSIMO CACCIARI Ex sindaco Venezia
I 300 MILA EURO ALLA SQUADRA DI CALCIO
Ad accusare Cacciari – non indagato – è Mazzacurati: “Mi ha chiesto 300 mila euro per la squadra di calcio”. Baita aggiunge: “Lui ha detto a Mazzacurati di comprare le azioni dell’Eni in Thetis”. Lui replica sereno: “I sindaci fanno anche questo, tanto sanno che sono incorruttibile”.

RENATO CHISSO - Assessore Veneto
A LIBRO PAGA: 200 MILA EURO L’ANNO
Secondo i pm, era l’uomo che faceva da tramite a Galan. Lavoro che non avrebbe portato a termine senza un riscontro. Avrebbe ottenuto uno stipendio annuale tra i 200 e i 250 mila.

ERASMO CINQUE – imprenditore
“LA SUA TANGENTE ERA LIEVITATA A 7,5%”
Era l’uomo di fiducia dell’ex ministro Matteoli. Secondo l’accusa alla sua azienda andavano i soldi poi destinati all’ex ministro. Per Cinque “la tangente era prima del 6,5% e poi è lievitata al 7,5%”, ricostruisce Baita ai magistrati veneziani.

PATRIZIO CUCCIOLETTA – ex Magistrato acque
FAVORI PER L’ASSUNZIONE DELLA FIGLIA
Avrebbe dovuto controllare i lavori del Consorzio. Per i pm fece altro, ottenendo in cambio l’assunzione della figlia, con un contratto a tempo indeterminato alla Thetis, controllata del Cvn.

GIANCARLO GALAN – ex governatore Veneto
“RICEVEVA UNO STIPENDIO DI UN MILIONE L’ANNO”
Per anni a libro paga del Consorzio, che gli destinava uno “stipendio” annuale di circa un milione di euro. Inoltre al momento del sequestro la cassetta di sicurezza è stata sigillata dalle fiamme gialle.

NICCOLÒ GHEDINI – legale di Berlusconi
“SI LAMENTAVA: POCHI SOLDI AL PDL”
Nella versione di Mazzacurati, Ghedini (non indagato) faceva delle “lamentele (…). Ha detto che noi soldi non ne tiravamo fuori”. Il pm chiede: “A chi, al Pdl intende?”. E lui conferma: “Sì, sì”.

ENRICO LETTA – ex premier
“FALSITÀ SUL MIO CONTO SMENTISCO TUTTO”
Ad accusarlo, il vicedirettore del Consorzio, Pravatà: “Mazzacurati mi disse che il Cvn avrebbe dovuto concorrere al sostentamento delle spese elettorali di Letta (Enrico, non indagato, ndr) con 150 mila euro”.

GIANNI LETTA - ex sottosegretario
“IO CORRETTO E TRASPARENTE”
Roberto Pravatà accusa pure lo zio dell’ex premier: “Gianni Letta (non indagato, ndr) aveva per la prima volta chiesto soldi. Bisognava fare un intervento per permettere a Lunardi di liquidare la sanzione della Corte dei conti”.

PIETRO LUNARDI – ex ministro
LA MULTA DELLA CORTE DEI CONTI
Secondo la versione di Mazzacurati ai pm, tramite la società di famiglia Rocksoil, Lunardi (non indagato) avrebbe ottenuto un lavoro con un sovrapprezzo di 500 mila euro. Sarebbe il denaro che serviva per pagare una multa della Corte dei conti.

GIAMPIETRO MARCHESE - consigliere regionale Pd
FONDI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE
Secondo l’accusa dei magistrati, Marchese, consigliere regionale Pd, avrebbe ricevuto per la sua campagna elettorale dei contributi dal Consorzio Venezia Nuova, consapevole della natura illecita del denaro.

ALTERO MATTEOLI – ex ministro
L’ACCUSA: “VERSATE CIFRE SUL MEZZO MILIONE
L’ex ministro è indagato. Mazzacurati lo tira in ballo: “Noi abbiamo avuto rapporti con Matteoli e con Martinat soprattutto per le campagne elettorali. Abbiamo versato cifre intorno al mezzo milione di euro”.

GIOVANNI MAZZACURATI – presidente Consorzio Venezia Nuova
IL GRANDE BURATTINAIO: “HO DATO I SOLDI A…”
È il grande burattinaio, per trent’anni alla guida del Cvn, fonte di tangenti e di favori. Arrestato nel primo troncone dell’inchiesta Mose, Mazzacurati ai pm rivela quel sistema di corruzione che lui stesso ha tenuto in vita per anni.

ALESSANDRO MAZZI – vicepresidente Consorzio Venezia Nuova
“IL REFERENTE POLITICO ERA GIANNI LETTA”
Noto imprenditore veronese è accusato di far parte del gruppo che gestiva gli appalti. Pravatà parla di importanti conoscenze: “Il suo referente politico è Gianni Letta, che aveva anche delle frequentazioni intense con Mazzacurati”.

ROBERTO MENEGUZZO – amministratore delegato Palladio finanza
L’UOMO-PONTE TRA IL CVN E LA FINANZA
Amministratore delegato della società Palladio Finanziaria, anche lui finito agli arresti, Roberto Meneguzzo è anche l’uomo che fa da tramite con Marco Milanese, organizzando un incontro tra quest’ultimo e Mazzacurati. Ed è presente anche all’incontro con Spaziante.

MARCO MILANESE – ex deputato Pdl
TANGENTE DI 500 MILA EURO E ARRESTO REVOCATO
Ex braccio destro di Tremonti, è accusato di aver preso una tangente 500 mila euro. In cambio si sarebbe adoperato per far approvare la delibera Cipe che stanziava 400 milioni di euro di soldi pubblici per il Mose.

CLAUDIA MINUTILLO – ex segretaria di Galan
“I FONDI NERI DELLA CRICCA ALL’ESTERO”
Testimone chiave, Claudia Minutillo ha rivelato molti affari ai pm, dalle sentenze comprate, all’incontro tra Ghedini e Colombelli (Bmc) che, secondo gli inquirenti, era il tramite per creare fondi neri della cricca all’estero.

MICHELE MOGNATO – deputato Pd
“NON HO MAI TRATTATO CON ORSONI”
Ad accusarlo è l’ex sindaco Orsoni che ai pm riferisce di “insistenze reiterate e pressanti del Pd avanzate dai suoi responsabili politici e contabili, Zoggia, Marchese e Mognato”, per incassare i finanziamenti di Mister Mose.
  
LUCIANO NERI – funzionario Consorzio Venezia Nuova
LA CASSAFORTE AVEVA IL SUO NOME
Secondo l’accusa era il depositario di tutta la contabilità parallela. Tanto da dare il suo stesso nome alla raccolta fondi, il “fondo Neri” dal quale arrivavano le quote delle imprese che partecipavano alla torta degli appalti.

GIORGIO ORSONI – ex sindaco di Venezia
HA PATTEGGIATO E SI È DIMESSO
Orsoni, dopo esser finito ai domiciliari e scarcerato, ha già patteggiato una pena a 4 mesi di reclusione e ieri si è dimesso. L’accusa è di aver ricevuto fondi di natura illecita per la campagna elettorale del 2010.

AMALIA SARTORI – ex eurodeputata Forza Italia
“LASCIO TUTTE LE CARICHE”
C’è una prova in mano ai pm che accusa l’exparlamentareincarica fino al 2014. È un foglio sul quale è indicato il pagamento al politico di 25 mila euro da parte del Coveco, società impegnata nella costruzione del Mose.

EMILIO SPAZIANTE – ex generale Guardia di finanza
QUEI 200 MILA EURO SOTTERRATI IN GIARDINO
L’ex generale della Gdf è accusato di aver ricevuto anche lui una mazzetta. Nel suo appartamento, durante le perquisizioni sono stati trovati 200 mila euro in contanti, sotterrati in giardino.

GIULIO TREMONTI – ex ministro
“I 500 MILA EURO DA DARE A MILANESE PER LUI”
L’ex titolare del tesoro (non è indagato) secondo l’ex segretaria di Galan era il destinatario dei soldi dati a Milanese. “Mi raccontarono – dice la Minutillo – che c’era Neri che aveva 500 mila da dare a Milanese per Tremonti”.

DAVIDE ZOGGIA – deputato Pd
“NESSUN INCONTRO SUI FINANZIAMENTI”
Anche Zoggia (non indagato) è stato accusato dall’ex sindaco di Venezia, Orsoni. Anche il suo nome era stato scritto su un foglio, poi sequestrato: “40 mila euro – si legge – contributo volontario candidato Zoggia”.

Nessun commento:

Posta un commento